Cromestesia: che colore ha la musica per te?

Di solito quando iniziamo a raccontare della nostra Orchestra o della nostra ShowBand utilizziamo, in modo totalmente spontaneo, termini legati alla vista; probabilmente non è un caso che le nostre divise siano estremamente colorate. Ma è possibile collegare alla musica che ascoltiamo dei colori? La sinestesia, e nello specifico la cromestesia, ci fornisce diversi spunti.

La crometesia in neurologia corrisponde all'associazione di sensazioni visive colorate con percezioni di altra natura: uditive, gustative, olfattive.

La cromestestia nel mondo artistico

Si tratta di una condizione abbastanza rara ma un numero notevole di artisti risultano sinesteti, tra questi Vincent Van Gogh, Wassily Kandinsky, David Hockney, Nikolai Rimsky-Korsakov, Leonard Bernstein e Duke Ellington. Tale fenomeno ha sicuramente avuto un peso nel loro percorso; ad esempio per Kandinsky il colore era un mezzo che consentiva di esercitare un influsso diretto sull'anima: attraverso la rappresentazione pittorica è riuscito a creare simbolicamente delle composizioni musicali.

L'influsso dell'emozione

Molti non sinesteti vivono associazioni musica-colore simili a quelle dei sinesteti grazie al potere associativo del nostro cervello e alla centralità delle emozioni nella nostra vita mentale.

Diversi studi sulla cromestesia sono stati eseguiti dal prof. Stephen E. Palmer dell'Università di Berkley, sono davvero interessanti e si possono trovare in questa pagina

Per i colleghi musicisti segnaliamo lo studio sulle associazioni tra colori e suoni musicali che variano nel timbro strumentale e nella struttura armonica di intervalli di 2 note e accordi a 3 note.

Nel corso delle sue ricerche Palmer ha riscontrato delle analogie nell'associazione dei colori tra i gruppi sinesteti e i gruppi non sinesteti: musica veloce e in toni maggiori richiama colori vividi, chiari e giallastri, mentre la musica lenta e in toni minori richiama colori scuri, grigi e bluastri.

Effettivamente musica e colori hanno poche proprietà sensoriali in comune: la musica è uditiva e ha proprietà come il tempo, il tono, il timbro e il ritmo. Il colore è visivo e ha le proprietà di leggerezza, vivacità e tonalità. Entrambe però provocano delle risposte emotive e secondo Palmer le emozioni sono potenzialmente rilevanti per quasi tutto ciò che sperimentiamo, anche quando derivano da diversi tipi di informazioni in diverse regioni del cervello.

Ancora una volta quindi lasciamoci guidare dall'emozione, ci permetterà di vivere in modo diverso le nostre esperienze, anche quelle più comuni.